Un giorno in pretura

Da "La Stampa", 22 settembre 1987, p. 25

Ai sette teppisti milanesi un mese e mezzo di carcere

Sentenza dura ed esemplare per i sette tifosi dell'Inter arrestati domenica pomeriggio al termine del derby lombardo Como-Inter. Una sentenza, quella pronunciata dal pretore di Como dottor Walter Vian, che dovrebbe far riflettere coloro che la domenica scambiano gli stadi e le vie delle città come una palestra dove dar vita ad una sorta di guerriglia urbana, come è accaduto a Como, città che ripetutamente ha dato prova di civiltà.

Il "Giuseppe Sinigaglia" di Como
I sette pseudo tifosi dell'Inter, processati ieri mattina per direttissima per possesso di tubi metallici, aste di bandiera, biglie di ferro grosse come uova, e adoperati come oggetti contundenti, sono stati condannati ad un mese e quindici giorni di arresto, pagamento di una multa di 400 mila lire e delle spese processuali. Tutti e sette, fra cui uno solo con precedenti penali, dovranno perciò rimanere in carcere. Il pretore di Como ha infatti negato sia gli arresti domiciliari come aveva chiesto il difensore d'ufficio, sia la libertà provvisoria come aveva prospettato il p.m. 

I sette condannati sono: [omissis], 19 anni; [omissis], 21 anni; [omissis], 21 anni; [omissis], 19 anni; [omissis], 23 anni; [omissis], 20 anni e [omissis], 21 anni, tutti residenti a Milano. Giovani che, interrogati dal pretore, hanno negato qualsiasi addebito, asserendo di essere stati aggrediti e provocati da tifosi del Como. Una versione del fatti che non ha trovato conferma nella ricostruzione degli agenti della squadra mobile ài Como che hanno effettuato gli arresti. «L'imputato ha il diritto di mentire, ma se è troppo grossa ha il sapore della presa in giro» ha osservato il giudice Vian. 

Lo stesso pretore ha condannato a dieci giorni di arresto e a 25 mila lire di multa, con la concessione del doppi benefici di legge, [omissis], 21 anni, di Alzate Brianza (Como), coinvolto nei gravissimi disordini. Il [omissis] è stato trovato in possesso di un coltello, che lo stesso ha ammesso di aver preso da un bar, per difendersi dagli assalti degli aggressori e dopo aver visto un amico sanguinante. 

I due minorenni del gruppo, [omissis], entrambi diciassettenni, di Milano, saranno giudicati dal tribunale del minori. Il Comune di Como, nella persona del sindaco, Sergio Simone, ha cercato di costituirsi parte civile per salvaguardare l'immagine della città. Richiesta che è stata respinta dal pretore. I guai per i sette condannati non sono finiti. Ora saranno chiamati a rispondere di lesioni aggravate, per i numerosi feriti che hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici, e di danneggiamento.

Marco Marelli